Anche Oracle sarebbe interessata ad acquisire TikTok

TikTok è ancora al centro dell’attenzione. A inizio agosto, dopo che il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si era detto preoccupato per i dati dei 100 milioni di cittadini americani iscritti al celebre social network, era in un primo momento subentrata Microsoft per una possibile acquisizione delle quote relative alla gestione dello stesso in varie nazioni di lingua anglosassone.

Nel frattempo la situazione si era ulteriormente evoluta, tant’è che Trump, con un ordine esecutivo, aveva imposto a ByteDance di vendere o dismettere le attività di TikTok negli USA. entro il 20 settembre, scadenza finale a cui sono stati poi aggiunti altri 45 giorni, probabilmente per permettere a più società americane di finalizzare eventuali accordi.

E proprio tra quest’ultime ci sarebbe anche Oracle. La società avrebbe stabilito i primi contatti con ByteDance per l’acquisizione delle quote di TikTok in USA, Canada, Australia e Nuova Zelanda, come riportato dal Financial Times in queste ultime ore. Per il momento non si sa altro, visto che sia Oracle che TikTok non hanno voluto rilasciare dichiarazioni in merito alle eventuali trattative. In ogni caso l’interesse nei confronti di TikTok sembrerebbe attirare sempre più acquirenti. Difficilmente il social scomparirà dal suolo americano.

fonte Mobileworld.it

CoronaVirus preoccupa ancora

“I numeri di oggi sono minori rispetto a quelli di ieri, mi auguro che questi numeri possano essere confermati. Non bisogna abbassare la guardia, tenere le misure adottate e rispettare le indicazioni anche del provvedimento del governo”. Così il commissario per l’emergenza Angelo Borrelli ha aperto la quotidiana conferenza stampa alla Protezione civile sul contagio da coronavirus.

Oggi,  il numero complessivo dei morti è di 5.476, con un aumento rispetto a ieri di 651 unità; ieri l’aumento era stato di 793 morti. Sono 7.024 le persone guarite in Italia dopo aver contratto il coronavirus, 952 in più di ieri.  Ieri il dato giornaliero sui guariti era di 943.

Sono 3.009 i malati ricoverati in terapia intensiva, 142 in più rispetto a ieri. Di questi, 1.142 sono in Lombardia. Dei 46.638 malati complessivi, 19.846 sono poi ricoverati con sintomi e 23.783 sono quelli in isolamento domiciliare.

Quanto ai malati, sono complessivamente 46.638, con un incremento rispetto a ieri di 3.957: ieri l’incremento era stato di 4.821. Il numero complessivo dei contagiati – comprese le vittime e i guariti – ha raggiunto i 59.138. Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Angelo Borrelli in conferenza stampa alla Protezione civile.

Non vogliamo farci prendere da facili entusiasmi – dice Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità – né sopravvalutare una tendenza ma è un segnale che arriva a quella che comincia ad avvicinarsi come una distanza temporale rispetto alla quale ci aspettiamo di vedere segni tangibili di misure di contenimento intraprese.  E’ fondamentale – prosegue Locatelli – quanto più possibile nei contesti familiari mantenere misure stringenti di contenimento dei soggetti risultati positivi al coronavirus. E’ un altro sacrificio che si chiede al Paese ma è importante. Altrimenti rischiamo di perpetuare il meccanismo di diffusione del virus. E’ un appello al senso responsabilità di tutti i familiari dei pazienti positivi. Le prima misure stringenti di contenimento sono state adottate l’11 marzo, quindi ci aspettavamo di vedere risultati a partire da 2-3 settimane. Quindi la prossima settimana sarà assolutamente cruciale e ci aspettiamo di vedere un segnale di inversione di tendenza.  L’84% dei decessi si è registrato in tre regioni: Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna. E’ il momento in cui dobbiamo dare l’ennesima dimostrazione di essere una nazione unita e solidale. I trasferimenti di malati verso altre regioni sono una importante risposta con l’obiettivo di garantire alle strutture ospedaliere delle tre regioni la possibilità di assistere più compiutamente i cittadini che hanno bisogno di cure. Non ci sono persone morte né ricoverati in terapia intensiva con meno di 20 anni di età. E tra i morti, solo 1% aveva meno di 50 anni“. 

Le carte di credito mettono in crisi i finlandesi

La Finlandia ha proposto di affrontare il crescente indebitamento delle famiglie, favorito da bassi tassi di interesse e dalla digitalizzazione dei servizi di credito, attraverso una strategia nazionale volta a migliorare l’educazione finanziaria dei cittadini. Secondo la Banca di Finlandia, l’indebitamento delle famiglie in relazione al loro reddito è più elevato che mai e raggiunge una media del 127%, una tendenza che, secondo le autorità, rappresenta una minaccia sia per la prosperità dei cittadini che per l’economia nazionale.

 

Secondo Jenni Hellstrom, direttore della comunicazione della Banca di Finlandia, uno dei principali fattori del crescente indebitamento dei finlandesi è la digitalizzazione dei pagamenti – con una carta o con applicazioni mobile – e il minore utilizzo di denaro contante.

La percentuale di pagamenti con carta di credito o di debito dei consumatori finlandesi nei negozi è aumentata dal 30% nel 2000 all’81% nel 2018, mentre l’uso del denaro è stato ridotto al 19%, secondo i dati della Banca di Finlandia. “L’indebitamento ha a che fare con il modo in cui vengono effettuati i pagamenti nei Paesi nordici, perché l’intero processo di pagamento per gli acquisti è diventato letteralmente invisibile”, afferma Hellstrom. “Quello che vediamo è che, soprattutto tra i giovani, ma anche tra altre fasce della popolazione, a volte capita che il conto di quanto effettivamente speso non venga considerato, pagare è così facile che non viene più data così tanta attenzione”, aggiunge.

La spesa per la casa rappresenta circa il 60% del debito totale dei finlandesi, soprattutto sotto forma di mutui e prestiti, una modalità sempre più popolare. I bassi tassi di interesse, generalmente legati all’Euribor, hanno innescato la domanda di mutui negli ultimi anni, raggiungendo un importo totale di 100 miliardi di euro a fine 2019, quasi il 40% in più rispetto al 2010, secondo i dati del Bank of Finland.

La morosità delle famiglie finlandesi

Allo stesso tempo, la morosità delle famiglie registra numeri record: circa 390 mila finlandesi, il 7% della popolazione totale, sono così indebitati da non riuscire a far fronte ai loro pagamenti. Il numero di morosi è aumentato di oltre il 30% nell’ultimo decennio, trascinati da bassi interessi sui prestiti bancari e dall’aumento delle società di microcredito, che in alcuni casi prestano denaro semplicemente inviando un sms. “Nuove forme di prestito, operatori al di fuori del settore bancario tradizionale e alcune nuove pratiche hanno invaso il mercato, il che ha aumentato la disponibilità e l’attrattività dei prestiti”, spiega la Banca di Finlandia sul suo sito web. Per cercare di invertire questa tendenza, le autorità finlandesi stanno preparando cambiamenti nel quadro normativo del settore e hanno avviato un progetto nazionale per migliorare le conoscenze finanziarie dei cittadini.

La prima fase del progetto, coordinato dalla Banca di Finlandia e alla quale partecipano anche i ministeri della Giustizia e dell’Istruzione, varie Ong e altre istituzioni, è di analizzare il livello di conoscenza economica della popolazione in generale e le informazioni attualmente disponibili sull’argomento.

Una volta raccolti i dati, svilupperanno un meccanismo che consentirà la valutazione continua del comportamento dei consumatori nei mercati finanziari e stabilirà una strategia a livello nazionale, che comprende autorità, banche, esperti, organizzazioni non governative, società, privati e sindacati. “L’idea generale è di facilitare l’accesso delle persone ai contenuti dell’educazione finanziaria su Internet, perché ora le informazioni sono ampiamente disperse su centinaia di diverse pagine Web”, spiega Hellstrom alla Efe, attribuendo inoltre l’elevato indebitamento delle famiglie all’aumento delle società di credito, molte delle quali al di fuori del controllo delle autorità finanziarie, che offrono micro crediti rapidi e facili da ottenere, ma con alti interessi.

Fonte (Agi)

Il Coronavirus fa meno paura

Il coronavirus fa un po’ meno paura e i mercati brindano con una serie di rialzi, con Milano capace di spingersi al suo top da ottobre 2008 e lo spread tra Btp e Bund tedeschi ai minimi da maggio 2018. A far respirare gli investitori sono stati i dati sui nuovi contagi: la Cina ha comunicato che sono stati 2.015, il livello più basso dal 30 gennaio scorso. Numeri che hanno fatto pensare agli operatori che l’epidemia abbia toccato o sia vicina a toccare il suo picco e che, dunque, il suo impatto sull’economia possa tutto sommato risultare limitato. Anche i corsi del petrolio sono tornati a crescere e il dollaro si è mantenuto sui massimi da 4 mesi contro l’euro.

Che la giornata sarebbe stata positiva si è capito sin dalla chiusura delle piazze asiatiche. Tokyo è salita dello 0,74%, Shangai e Hong Kong hanno guadagnato lo 0,87% e Shenzhen ha messo a segno un balzo addirittura dell’1,6%. Sulla loro scia, e rinfrancate anche dalla buona apertura di Wall Street che si è spinta su nuovi record, le Borse europee hanno consolidato i rimbalzi precedenti. Francoforte è cresciuta dello 0,89%, Parigi dello 0,83% e Londra dello 0,47%. Per Milano il rialzo è stato dello 0,70%, con l’indice Ftse Mib a quota 24.861 punti, come non accadeva da quasi 12 anni.

Il mercato valutario ha vissuto un’altra sessione di dollaro forte. Il biglietto verde ha continuato a beneficiare del suo stato di valuta rifugio e delle parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha confermato l’ottimo stato di salute dell’economia statunitense. La divisa statunitense ha rafforzato la sua posizione sull’euro sotto quota 1,09 sui massimi da 4 mesi e si è spinta fino a 110 contro lo yen. Stabile a circa 119,80 si è mantenuto invece il cross tra la divisa europea e quella nipponica.

Per l’Italia buone notizie sono arrivate anche dal mercato del debito pubblico. Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi è sceso a 129 punti, come non accadeva da maggio 2018. Il rendimento dei titoli italiani si è collocato allo 0,91%, tornando sotto quello dei bond greci fermi allo 0,93%.

Anche il petrolio ha preso spunto dal raffreddarsi dei timori per riguadagnare parte del terreno perso nei giorni scorsi, nonostante l’Opec abbia tagliato le proprie stime sulla domanda e le scorte Usa siano aumentate oltre le attese. Il barile Wti con consegna a marzo è salito del 2,8% a 51,34 dollari, mentre il brent con consegna ad aprile ha registrato un rialzo del 3,55% a 55,93 dollari.

(fonte AGI)

Tesla crolla in borsa

Il 5 febbraio 2020 Tesla ha registrato in Borsa una delle maggiori perdite della sua storia, la peggiore in termini di valore assoluto delle azioni. La casa automobilistica il 4 febbraio aveva chiuso al suo massimo storico, con 888 dollari per azione, per scendere a 735 alla fine delle contrattazioni del giorno successivo. La società di Elon Musk ha visto calare il suo valore di circa 153 punti, ovvero un -17%. Il fenomeno è spiegato da una piccola bolla speculativa, formatasi il 3 febbraio e scoppiata il 5. Il valore di Tesla resta di 132 miliardi di dollari, secondo nel settore solo a quello di Toyota. Dalla pubblicazione degli ultimi conti trimestrali, il 30 gennaio 2020, la società è comunque in forte crescita. Il 29 gennaio, infatti, Tesla valeva solo 581 dollari ad azione.

Apple Watch aiuta ad individuare un raro disturbo di un adolescente

Un 13enne dell’Oklahoma si è spaventato e ha mandato un messaggio alla madre dopo che il suo Apple Watch ha evidenziato una frequenza
cardiaca di 190 bpm (battiti del cuore al minuto) mentre era semplicemente seduto. L’avviso è stato un campanello d’allarme e dopo un lungo intervento può ora giocare normalmente.

Skylar Joslin è un giovane amante di calcio e basket; è il tipico ragazzo dal quale non ci si aspetterebbe un problema al cuore, anche per via della sua età. Il messaggio di avvertimento apparso sul suo Apple
Watch, lo ha ad ogni modo reso consapevole di qualche problema; dopo  essersi messo in contatto con la madre, questa l’ha convinto a ricoverarsi in ospedale dove è stata diagnosticata una tachicardia sopraventricolare (SVT, sigla dell’inglese supraventricular tachycardia), un ritmo cardiaco ad alta frequenza che origina al di sopra del ventricolo.

Della vicenda riferisce Oklahoma News 4 spiegando che le SVT nascono dalle camere superiori del cuore (atri) o dal punto di collegamento elettrico tra camere superiori ed inferiori (giunzione atrio-ventricolare), caratterizzate da una elevata frequenza
cardiaca (maggiore di 100 battiti al minuto). Spesso queste aritmie si manifestano con inizio e fine improvvise separate da un lungo periodo di stabilità.  Se non trattato, questo problema può portare a indebolire il muscolo cardiaco.

(fonte Macitynet)

AirPods Pro Lite, la produzione non inizierà nel secondo trimestre

Nessuno sa bene cosa siano e quali saranno le funzioni offerte, tanto meno prezzo e posizionamento di mercato, ma secondo un nuovo report i misteriosi Airpods Pro Lite (da non confondersi con i vendutissimi AirPods Pro qui recensiti), non entreranno in produzione nel secondo trimestre di quest’anno. Il possibile arrivo di un nuovo modello di auricolari Apple indicati con il nome AirPods Pro Lite, assolutamente di fantasia secondo chi scrive, è stato indicato solo pochi giorni fa e ne abbiamo parlato in questo articolo.

 

Come già rilevato allora, il nome suona come un ossimoro incomprensibile, soprattutto secondo la nomenclatura molto ben definita e precisa che tradizionalmente Apple adotta per i suoi prodotti ed estende in tutte le categorie di computer e dispositivi in cui opera. I prodotti con la sigla Pro sono quelli di fascia top, anche per il prezzo, con le specifiche e funzioni più sofisticate. Per questa ragione non sembra avere molto senso un nuovo modello di auricolari di fascia top accompagnato dalla dicitura Lite.

(fonte Macitynet)

Presto un drone Apple?

Apple ha assunto una specialista in droni e legislazione aeronautica come lobbista di Washington, elemento che lascerebbe intendere l’intenzione dell’azienda di spingersi in questo campo.

La multinazionale di Cupertino ha ingaggiato Lisa Ellman – partner di Hogan Lovell – per influenzare la legislazione americana sui droni e l’aviazione. Negli Stati Uniti i lobbisti rappresentano gruppi di interesse che hanno l’obiettivo di comunicare con chi gestisce i processi decisionali, influenzandoli per cercare, ad esempio, di modificare normative specifiche o quello che si chiama in gergo advocacy, per fare inserire determinati temi all’ordine del giorno nell’agenda politica.

 

Lisa Ellman è alla guida dello studio legale Unmanned Aircraft Systems e ha co-fondato la Commercial Drone Alliance, che mira a guidare l’espansione del settore dei droni commerciali. Ha lavorato con l’amministrazione Obama e all’inizio della sua carriera anche per il Dipartimento di Giustizia.

(fonte Macitynet)

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