Il coronavirus fa un po’ meno paura e i mercati brindano con una
serie di rialzi, con Milano capace di spingersi al suo top da ottobre
2008 e lo spread tra Btp e Bund tedeschi ai minimi da maggio 2018. A far
respirare gli investitori sono stati i dati sui nuovi contagi:
la Cina ha comunicato che sono stati 2.015, il livello più basso dal 30
gennaio scorso. Numeri che hanno fatto pensare agli operatori che
l’epidemia abbia toccato o sia vicina a toccare il suo picco e che,
dunque, il suo impatto sull’economia possa tutto sommato risultare
limitato. Anche i corsi del petrolio sono tornati a crescere e il dollaro si è mantenuto sui massimi da 4 mesi contro l’euro.
Che la giornata sarebbe stata positiva si è capito sin dalla chiusura delle piazze asiatiche.
Tokyo è salita dello 0,74%, Shangai e Hong Kong hanno guadagnato lo
0,87% e Shenzhen ha messo a segno un balzo addirittura dell’1,6%. Sulla
loro scia, e rinfrancate anche dalla buona apertura di Wall Street
che si è spinta su nuovi record, le Borse europee hanno consolidato i
rimbalzi precedenti. Francoforte è cresciuta dello 0,89%, Parigi dello
0,83% e Londra dello 0,47%. Per Milano il rialzo è stato dello 0,70%,
con l’indice Ftse Mib a quota 24.861 punti, come non accadeva da quasi
12 anni.
Il mercato valutario ha vissuto un’altra sessione di dollaro forte. Il biglietto verde ha continuato a beneficiare del suo stato di valuta rifugio e delle parole del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell,
che ha confermato l’ottimo stato di salute dell’economia statunitense.
La divisa statunitense ha rafforzato la sua posizione sull’euro sotto
quota 1,09 sui massimi da 4 mesi e si è spinta fino a 110 contro lo yen.
Stabile a circa 119,80 si è mantenuto invece il cross tra la divisa
europea e quella nipponica.
Per l’Italia buone notizie sono arrivate anche dal mercato del debito pubblico.
Lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi è sceso a 129
punti, come non accadeva da maggio 2018. Il rendimento dei titoli
italiani si è collocato allo 0,91%, tornando sotto quello dei bond greci
fermi allo 0,93%.
Anche il petrolio ha preso spunto dal raffreddarsi dei timori per
riguadagnare parte del terreno perso nei giorni scorsi, nonostante l’Opec abbia
tagliato le proprie stime sulla domanda e le scorte Usa siano aumentate
oltre le attese. Il barile Wti con consegna a marzo è salito del 2,8% a
51,34 dollari, mentre il brent con consegna ad aprile ha registrato un
rialzo del 3,55% a 55,93 dollari.
(fonte AGI)
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